Il lato oscuro delle corse dei cani

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Come nel caso delle corse dei cavalli, sicuramente più popolari a livello globale, anche quelle dei cani hanno un lato oscuro, o forse anche più di uno.

I cani che vengono usati in questa industria dalla dubbia etica sono i levrieri: Greyhound e Galgo sono i più conosciuti, ma in alcuni paesi arabi si utilizzano anche i Saluki. I levrieri sono i cani più veloci in assoluto, sono eleganti ed agili, ma sono anche abbastanza mansueti. Queste loro caratteristiche li rendono perfetti  per questa attività, che presenta però notevoli problemi.

In Italia, le corse dei cani sono illegali dal 2002, ma in molti altri paesi d’Europa sono ancora molto diffuse. Anche negli Stati Uniti e in Medio Oriente sono uno sport molto diffuso, a cui è legato anche il mondo delle scommesse. Anche se i profitti sono nettamente inferiori rispetto al mondo dell’ippica e scommettere su sport regolari con codice promozione SNAI, anche nel settore delle corse dei cani girano molti soldi.

Le problematiche legate al mondo delle corse cinofile

È stato proprio il lato oscuro delle corse dei cani a causarne il suo continuo declino. Soprattutto grazie al lavoro costante di associazioni che si battono tutt’ora per la tutela dei cani usati sulle piste, oggi il mondo delle corse dei cani sta lentamente scivolando nell’oblio. Lo dimostra il fatto che sempre più paesi decidono di bandire questo tipo di corse e di chiudere i cinodromi. Uno degli ultimi, è stato quello di Londra, che ha chiuso i battenti nel 2017. In un paese così tradizionalmente legato al mondo delle corse dei cani, la chiusura del cinodromo ha fatto discutere, ma alla fine hanno vinto gli animalisti.

Ma quali sono davvero i problemi legati al mondo delle corse dei cani? Beh, sono davvero tanti e di diversa natura.

Per prima cosa, c’è il problema delle condizioni in cui i cani che corrono vengono tenuti. Spesso, sono isolati dai propri simili, tenuti in gabbie grandi a sufficienza per potersi girare e in alcuni casi indossano sempre una museruola per impedire che si causino delle ferite da stress. Inoltre, dato che la loro vita agonistica è piuttosto breve, non vengono fatte le giuste terapie preventive, come le vaccinazioni annuali, perché un attento monitoraggio delle loro condizioni di salute non è economicamente vantaggioso.

Durante le corse, poi, capita spesso che i cani si feriscano a causa dei tracciati e delle curve che contengono. Il più delle volte, anche in seguito a ferite che sarebbero facilmente guaribili, i cani vengono abbattuti, sempre per un discorso economico.

Vi è poi il problema, gravissimo, della loro gestione al di fuori del mondo delle corse. I cani che non sono in grado di correre ai livelli richiesti o che magari iniziano a rendere meno sulle piste, diventano immediatamente un peso. Ogni anno vengono soppressi migliaia di cani. Altri vengono venduti come carne da macello o come cavie per esperimenti. Altri ancora, vengono semplicemente abbandonati, lasciati morire in strada di fame e di sete.

Sono tragicamente conosciute le storie dei Galgo in Spagna o dei Saluki negli Emirati Arabi. In entrambi i casi, centinaia di animali muoiono ogni anno in seguito ad incidenti stradali o per malattie e malnutrizione.

Animali nobili come i levrieri non meritano una fine di questo tipo: la chiusura dei cinodromi e il declino delle corse dei cani è in fin dei conti qualcosa di positivo.

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